L’importanza di utilizzare un linguaggio al femminile, rispettoso dei ruoli delle donne per attuare concretamente la parità di genere. Questo l’obiettivo di «Non solo parole», il corso online promosso dal Centro Antiviolenza Andromeda di Noci, in collaborazione con l’Ambito Territoriale di Putignano (da cui il Cav dipende) e il CUG (Comitato Unico di Garanzia per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni) di Putignano.
Il corso, rivolto in rivolto in maniera esclusiva alle e agli impiegati statali dell’Ambito di Putignano, è partito ieri ed è incentrato sull’approccio di genere nel linguaggio e nell’organizzazione delle amministrazioni pubbliche.
«E’ importante aggiornare il linguaggio alla realtà – ha detto la sindaca di Putignano e presidente del coordinamento istituzionale dell’Ambito, Luciana Laera –. Quando mi chiedono se voglio essere chiamata sindaco o sindaca rispondo che preferisco il femminile perché aiuta a scardinare l’idea che questo ruolo possa essere rivestito solo da un uomo».
«Vogliamo offrire ai nostri dipendenti gli strumenti minimi per garantire un principio di equità tra uomini e donne, un linguaggio inclusivo nelle relazioni con il pubblico», ha specificato l’assessora alle Politiche Sociali, Anna Caldi.
Il corso rientra nel piano delle azioni positive che l’Ente promuove, ha spiegato Maria Nicassio, segretaria generale del Comune di Putignano. Importante è che la formazione di genere interessi sia uomini che donne, ha sottolineato Domenico Mastrangelo, dirigente dei Servizi sociali del Comune di Putignano: «Abbiamo necessità di rivedere il nostro modo di esprimerci, un modo che al momento non tiene conto della parità di genere anche nella stesura degli atti. È importante quindi che la discussione sia portata anche in ambito istituzionale».
La formazione fa parte di un lavoro più ampio di contrasto alle discriminazioni, ha evidenziato Giulia Lacitignola, responsabile Ufficio di Piano dell’Ambito di Putignano (che comprende anche i Comuni di Alberobello, Castellana, Locorotondo e Noci): «Abbiamo forti resistenze ad utilizzare il genere femminile pur essendo grammaticalmente corretto. Attraverso il linguaggio rappresentiamo la realtà e possiamo modificarla o confermarla. Utilizzare il femminile significa favorire l’inclusione delle donne ed è un passo fondamentale verso il contrasto alla violenza di genere nell’ottica di un cambiamento culturale promosso dalla Convenzione di Istanbul, che sia rispettoso delle differenze e che superi i pregiudizi»
Non solo linguaggio, ma anche conciliazione vita-lavoro per riconoscere il ruolo della donna come lavoratrice è uno degli obiettivi che si prefigge il Cug (Comitato unico di garanzia) di Putignano, guidato da Pamele Giotta.
«Il contrasto alla violenza si può fare anche a partire dall’uso del linguaggio – ha ribadito Angela Lacitignola, coordinatrice del Cav –. Il linguaggio non è forma, ma è sostanza che rende visibile l’invisibile. Quando la parola non viene declinata nel genere tutto il femminile rimane nell’invisibilità».
Il corso è costituito da tre moduli. Il primo è stato condotto da Magda Terrevoli, presidente del Cug della Regione Puglia che ha detto: «Il riconoscimento del lavoro delle donne passa attraverso la sua nominalizzazione. Bisogna scardinare una tradizione androcentrica e le donne devono essere riconosciute e rappresentate anche e soprattutto attraverso il linguaggio».