L’età media della popolazione è sempre in aumento, crescono le famiglie, ma con una riduzione delle loro dimensioni. E soprattutto aumentano i nuclei monoparentali, come conseguenza di più separazioni e divorzi. La popolazione straniera è numerosa ed è costituita per più della metà da donne.
Ecco la fotografia dell’Ambito del 2018 secondo la Relazione Sociale 2018 approvata con delibera n. 7 del 28 giugno 2019.
La Relazioe descrive e fornisce al cittadino un quadro delle Azioni sviluppate nel 2018 anche attraverso la Scheda di monitoraggio che fotografa quanti cittadini si sono rivolti ai Servizi Sociali, di quante prestazioni e interventi hanno usufruito e quale la tipologia degli stessi interventi sociali.
Si sono rivolti nel 2018 complessivamente n.9315 cittadini ovvero il 10,31% della popolazione generale residente nell’Ambito, che conta al 1° Gennaio 2018 n. 90.291 abitanti. Al 1° gennaio 2019 la popolazione residente è di n. 90.055 abitanti con evidente diminuzione.
Nel territorio dell’Ambito si evidenzia una bassa incidenza della popolazione minorile rispetto ad una quota di popolazione adulta molto estesa, indice di un processo di senilizzazione. Questo fenomeno determina una serie di conseguenze di ordine sociale ed economico e incide in modo significativo sull’organizzazione dei servizi e sull’intero sistema di welfare locale. Esempio può costituire la preponderante presenza di anziani over 65 e soprattutto over 75 che a livello di servizi e interventi in favore di questa fascia di popolazione richiede un investimento di risorse notevoli, tanto che oltre alle risorse disponibili nel Piano di zona 2018 vi è stato un incremento da parte dei singoli Comuni, attraverso finanziamenti a gestione autonoma.
I Servizi Sociali Professionali, in generale, hanno preso in carico n. 6050 utenti ovvero per il 6,7% della popolazione generale. Si sono rivolti alla Porta Unica di Accesso circa 285 cittadini, di cui 158 donne e 127 uomini, ai quali è stata data una risposta di tipo socio-sanitario. Rispetto alla richiesta di servizi, raffrontati a quelli del 2017, si evidenzia una minima riduzione dei cittadini che si sono rivolti alla Porta Unica di Accesso.
E’ da sottolineare che le risorse ordinarie attribuite al Piano di Zona, non riescono più a garantire le risposte necessarie sia per l’aumento della domanda di servizi e prestazioni da parte dei cittadini, tanto che è stato richiesto un maggiore investimento ai Comuni, e sia per l’ampliamento che nel tempo vi è stato rispetto alla quanti/qualità dell’offerta. La lettura della scheda di monitoraggio restituisce un welfare sociale nell’Ambito che anche per il 2018 è andato nella direzione di una pluralità di servizi al cittadino.
L’Ambito, fortemente orientato verso servizi di prossimità a carattere diurno e domiciliare (centri polivalenti per giovani e anziani, ludoteca, centri aperti polivalenti per minori, assistenza specialistica a disabili, assistenza educativa domiciliare, assistenza domiciliare integrata…), non ha escluso interventi d’accoglienza residenziale ai cittadini che ne hanno fatto richiesta.
Particolare attenzione è stata manifestata per l’area dell’inclusione sociale anche con riferimento agli stranieri. Dal 2011, infatti, l’Ambito ha perseguito in modo sempre più mirato l’attivazione e gestione di servizi di accoglienza residenziale per stranieri, con particolare attenzione ai profughi, richiedenti asilo e rifugiati, attraverso l’attivazione dei Progetti SPRAR. Questi, approvati dal Ministero dell’Interno anche per il triennio 2017-2019, prevedono l’accoglienza di n.40 soggetti per i Comuni di Putignano e Noci. Nel 2017 il Ministero dell’Interno, su richiesta dell’Ambito, ha autorizzato, sempre per i Comuni di Putignano e Noci, l’ampliamento del progetto Sprar per ulteriori n.76 posti. Anche i Comuni di Alberobello e Castellana Grotte nel 2018 hanno previsto Progetti Sprar.
In linea con l’orientamento della Regione Puglia, l’Ambito territoriale di Putignano, per l’attuazione del sistema di Interventi e Servizi sociali e sociosanitari, segue una logica che vede la dimensione locale del governo come la più efficace per affrontare i problemi delle comunità e quale spazio privilegiato ove incrociare le relazioni tra i diversi attori sociali – istituzioni locali, organizzazioni della società civile, imprese, sindacati, famiglie – in una “ responsabilità collettiva’ in grado di costruire un sistema locale di cura e di promozione del benessere sociale. In questa logica, si sono inseriti i Progetti finalizzati all’inserimento socio lavorativo di disoccupati, inoccupati e percettori di ammortizzatori sociali, sostenuti sia da risorse dei Comuni che dagli appositi finanziamenti destinati al contrasto della Povertà e per l’Inclusione Sociale: Misura SIA – REI (Reddito di Inclusione Sociale) istituita con Dlg n. 147/2017 e Reddito di Dignità istituito con la legge regionale n. 3 del 2016.
La lettura delle cifre indicate attraverso il monitoraggio, e la complessità dell’intero Sistema socio-assistenziale e socio-sanitario locale – sistema sempre in addivenire al fine di adeguare la risposta ai bisogni dei cittadini e alla domanda emergente – fa comprendere quale sia l’impegno delle persone che lavorano nei Servizi Sociali; complessità che richiede la definizione di un assetto organizzativo e gestionale più puntuale, adeguato ed efficace.
In particolar modo, l’Ufficio di Piano, sino al 31 luglio 2018, è stato composto da tre unità provenienti dall’organico del Comune capofila, che hanno presieduto le tre funzioni di: programmazione e progettazione, gestione tecnica e amministrativa, finanziaria e contabile. Dal mese di Agosto 2018 le suddette funzioni sono state espletate da due unità a causa di un pensionamento. I Servizi sociali dei Comuni concorrono per il raccordo, la condivisione ed il coordinamento sugli interventi, nei limiti della loro disponibilità in quanto già impegnati nella contemporanea gestione delle attività istituzionali nei singoli Comuni, e in alcuni casi investiti di responsabilità di più settori. La composizione dell’ufficio di Piano, anche per il 2018, è stato elemento di criticità per l’Ambito, in quanto non è stato assicurato, sia pure attraverso un raccordo operativo con i Servizi Sociali professionali dei Comuni, nella funzione di programmazione e progettazione, il presidio delle aree tematiche: Area socio-sanitaria, Area socio-assistenziale e Area socio-educativa, comunque previste nella Convenzione per la gestione associata adottata dall’Ambito. Detta condizione ha determinato un sovraccarico di responsabilità e lavoro per gli operatori che fanno parte dell’Ufficio di Piano, con conseguenze sfavorevoli sul raggiungimento degli obiettivi previsti per la piena attuazione del Piano di Zona.
Da Settembre/Ottobre 2018 il personale dell’Ufficio di Piano è stato incrementato con le assunzioni di figure professionali previste nel progetto di cui all’Avviso Pubblico n. 3/2016 del MLPS – Risorse “PON inclusione”, Fondo Sociale Europeo 2014/20 e dedicate alla realizzazione della Misura nazionale SIA/REI.
In conclusione si evidenzia che per i Comuni e conseguentemente per l’Ambito, per il 2018 l’andamento rispetto all’offerta dei Servizi è stato in crescita consentendo quindi di dare risposte concrete ai bisogni del territorio in un periodo di crisi economica ed occupazionale. Ciò è stato possibile per la consolidata sinergia che ha caratterizzato l’azione di tutti gli attori: Regione, Azienda Sanitaria Locale, Terzo Settore e Amministrazioni Comunali, attraverso il Coordinamento Istituzionale e l’Ufficio di Piano.
L’Ufficio di Piano è stato certamente l’artefice di ciò che in ambito sociale si è potuto realizzare e la riorganizzazione, nonché una adeguata dotazione dello stesso, certamente avrebbe consentito il raggiungimento di risultati più consistenti.
I dati demografici confermano la crescente tendenza all’invecchiamento della popolazione. Tale incremento richiede, rispetto alle necessità di cura e di assistenza, azioni e percorsi sempre più rafforzati e condivisi. Collegato all’aumento della popolazione anziana vi è quello della non autosufficienza e delle patologie neuro degenerative legate all’invecchiamento. Nota è anche la problematica delle nuove povertà che richiede il rafforzamento di politiche sociali di inclusione, già avviate sia dall’Ambito sulla scorta di normativa nazionale (Sia, REI) e regionale: RE.D. che dai Comuni.
Il Piano Sociale è per l’Ambito un’esperienza di pensiero comunitario e la cura delle reti un obiettivo importante che richiede un lavoro continuo di cooperazione e condivisione. Si rende necessario, pertanto, lavorare per un welfare sempre più comunitario attivando cooperazione interistituzionale, integrazione tra le politiche, concentrazione di risorse.